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“A Filippo, oltre ogni sempre” – di Bia Cusumano

Ada mi venne a trovare. Fu una sera di agosto, sul tardi. Ero sola in villetta. Le voci dei ragazzi in strada sfumavano in una notte di bagordi e festa di borgata marinara. Il pc era rimasto acceso. Avevo appena finito di lavorare alla programmazione del Festival. Appena una insalata verde con foglie di basilico e mandorle. Era stata il must di quella afosa estate. Lei venne e si accomodò bella e solare come sempre. Così come Filippo mi aveva parlato di lei. Non poteva scegliere serata migliore. Ero sola in casa e immersa nella scrittura. Mi sorrise. “Hai il dono delle parole, tu! – me lo ha detto mio marito che sei brava – non potevo che rivolgermi a te per dirgli quello che ancora devo”. Avevo incontrato Filippo ad una intervista a bordo piscina a San Marco. Subito si era avvicinato a me con fare elegante, da uomo di altri tempi. Non avevo capito bene all’inizio chi fosse, vi erano tante persone presenti e quella intervista fu come un esame di laurea. Un’ora e oltre a parlare di me, della mia vocazione e scelta radicale di scrivere poesie e poi anche prosa, dei libri già pubblicati e quelli di imminente pubblicazione. I miei vari progetti da promotrice culturale e docente e poi infine del Festival di Letteratura nato come un sogno di bellezza per la mia città. Capii dopo che Filippo era il Direttore del Giornale di Sciacca. Per tutto il tempo ascoltò rapito dalla mia voce e dai versi letti da Raimondo. Mi disse poi che in me aveva rivisto quel bagliore, quella luce vitale e profonda della sua Ada. La sua amata Ada. Troppo presto un male feroce gliela aveva portata via, ancora giovane e bella, con quei capelli biondi e il suo sorriso travolgente. Il suo amore per il mare, le passeggiate in spiaggia, le conchiglie. Troppo presto per dimenticare. Troppo presto per andare oltre. Troppo presto per tutto. Filippo si era solo permesso di continuare a vivere a piccoli sorsi, a piccoli sprazzi. Lo sport, il lavoro, i suoi figli, le nipoti, i colleghi, la sua città. La sua villa sul mare e quella terrazza mozzafiato da cui ripensare alle lunghe passeggiate insieme alla moglie. Ada era rimasta nella villa. Le sue ceneri erano dentro una urna riposta su una mensola in salone. Al mattino, una carezza fugace e il buongiorno sulla soglia. Al confine tra la vita e la morte, in quell’interstizio insondabile in cui si collocano tutti i grandi amori che non conoscono la parola “addio” ma che continuano oltre ogni sempre.  Era stata una sua scelta farsi cremare. “Il mio Filippo mi ha amato come nessuno mai avrebbe potuto fare. Prima di lui vi è stato il grigio assoluto e con lui è giunto il colore nella mia vita. Un arcobaleno di mille sfumature. Non vi era nulla che gli chiedessi che mi negasse. Un marito dolcissimo, romantico, premuroso, presente, un padre buono, un grande professionista della parola. Un uomo sensibile, un giornalista di altri tempi. Non avrei mai voluto lasciarlo. Ho preferito farmi cremare e restare dentro una urna.  Riposare lì e da lì rivolgergli tutte le parole del mondo nel silenzio delle notti e nel frastuono dei giorni. E’ un uomo molto impegnato. Lo è sempre stato eppure ha sempre trovato tempo per me e per noi. Le nostre passeggiate, le nostre gite in barca, le nostre cene romantiche, i nostri momenti di intimità. Puoi capirmi, un grande e travolgente amore che non può finire con la parola morte. Non siamo mai all’altezza dei grandi amori, ovvero spesso l’amore lo viviamo come se fosse una cosa dovuta, scontata, normale. Invece è un vero miracolo. Ti cambia la vita e ti rende un uomo o una donna migliore. Filippo mi ha reso una donna migliore, tanto da darmi la forza di accettare il mio male e il mio spegnermi come una candela a poco a poco con la certezza profonda che lui ce l’avrebbe fatta. Perché l’amore che ci ha unito in vita sopravvive alla stessa morte.” Ada parlava da donna innamorata e improvvisamente mi tornarono in mente le parole che Filippo disse una volta, durante la presentazione di un romanzo a cui partecipò. Disse: “ Amo mia moglie ogni giorno di più. Sono perdutamente innamorato di lei. Mi prendo cura dei suoi fiori, accarezzo i suoi abiti, sento ancora il suo odore, le parlo ogni mattina, le racconto la mia giornata.” Tra Ada e Filippo era davvero così. Entrambi continuavano ad amarsi in una altra dimensione. Forse si chiamava Aldilà, forse Altrove, ma ovunque fosse questa dimensione, le loro anime impinte l’una all’altra continuavano a trasudare amore. Avevo promesso a Filippo che avrei scritto sul suo amore immenso per la moglie ma lo avevo avvisato che lo avrei fatto solo quando Ada mi sarebbe venuta a trovare. Gli scrittori e i poeti senza il miracolo improvviso delle parole che accadono, non possono scrivere. Aveva riso a questa mia affermazione. “Quando Ada verrà, allora scriverai. Io so aspettare. Come vedi aspetterò tutta la vita che mi resta ancora da vivere per poterla riabbracciare.” E fu davvero così. Era una sera di Agosto in cui il cielo regalava stelle cadenti e Ada aveva avuto un tempismo perfetto. “Sei al pc- mi disse – scrivigli questa lettera per piacere, cara Bia.” Annuii. Davanti l’amore si può solo tacere e accogliere. “Mio dolcissimo marito, da questa infinita lontananza, mi sei vicino più che mai. Ti accarezzo ogni mattina e rivolgo al sole il mio saluto come ero solita fare e poi subito dopo a te. Continuo a raccogliere conchiglie sulla spiaggia e mi faccio scompigliare i capelli dal vento come amavo fare quando ero al tuo fianco. Vorrei tanto da quella terrazza trovassi la forza e l’entusiasmo di cercare conchiglie anche tu e di farti scompigliare i capelli dalla brezza del mare o dallo scirocco. Promettimi un autunno e un inverno diversi. Meno fatiche. Il tempo passa e devi pensare non soltanto al lavoro, ai nostri figli e a me. Adesso devi pensare a te stesso. Non avere paura di tradirmi nei gesti quotidiani che compi senza me. Io sono felice quando vai in vespa, quando fai le tue partite di puddle, quando ascolti musica, mangi bene e ti incontri con i tuoi amici. Lo sarei pure se ti innamorassi ancora. Nessuno può tradire ciò a cui appartiene. E pure se amassi un’altra donna, nulla scalfirebbe il nostro amore. Nessuno può aggiungere o togliere nulla a questo nostro sentimento. E’ perfetto così e si basta da solo. Non hai più bisogno di dimostrarmi nulla. Hai fatto tutto quello che un uomo per bene e innamorato poteva fare. Non mi hai fatto mancare nulla né mi fai mancare nulla. I tuoi pensieri, i tuoi progetti, le tue preghiere, le tue cure, le tue attenzioni. Non potevo desiderare da donna e madre un marito e un padre migliore. I nostri figli sono grandi, siamo anche nonni. Ora, amore mio, tocca a te. Devi pensare non solo alle mie pomelie. Devi piantare nuovi fiori. Non devi solo accarezzare la mia urna ma il volto di una nuova amica. Mai potrei sentirmi dimenticata, tradita, rinnegata. Ho affidato a Bia il mio desiderio che tu possa essere ancora felice e possa fare altri viaggi come quelli che facevamo insieme. Non mi neghi nulla. La tua felicità non mi toglie alcunchè, anzi mi rende felice vederti tornare a rifiorire. Vorrei che andassi in spiaggia, facessi lunghe passeggiate, tornassi a nuotare e ad andare in barca. Vorrei che riprendessi tutte le passioni che ti hanno sempre animato e che mettessi via in un grande scatolone tutti i miei vestiti. Fai spazio negli armadi e posto nel tuo cuore. L’amore che ci lega sopravviverà a qualsiasi fine e non esiste in realtà la fine, mio caro Filippo. Io ho smesso di soffrire e da questa infinita luce in cui sono avvolta provo pena soltanto se ti so solo in terrazza e pensieroso o malinconico. La vita è troppo breve per coltivare soltanto ricordi. Adesso coltiva desideri. Ovunque sarai, io sarò con te e quel letto è troppo grande per dormirci da solo, testone. Non voglio vederti andare via dalla nostra villa in completa solitudine. Voglio che la tua mano sia stretta da chi deciderai avere al tuo fianco, quando anche tu, un giorno, volerai oltre da qui. Stai certo che nessuna gelosia o invidia potrei provare; solo infinita pace a saperti amato. Sei stato il mio grande amore e sempre lo sarai. Sei un uomo incredibilmente forte e sono orgogliosa di te. Lavora ma non troppo e non ucciderti di sport, ti illudi sempre che sei un giovanotto ma il tempo passa per tutti, mio caro, anche per te. Non scordarti che non sei immune da malanni per cui riguardati e prenditi cura di te, non esagerare con cibo o bevande. Lo sai che ci tengo che tu sia sempre un uomo curato e ben vestito. Un uomo elegante. Della tua eleganza e della tua dolcezza io mi sono innamorata. Continua a scrivere e a dirigere il tuo giornale. Adoro quando ti vedo immerso nel lavoro che ami e se prima poteva pesarmi giusto un po’ perché non ero mai paga delle tue attenzioni, adesso mi rende felice vederti impegnato nel tuo mestiere. Sii buono con te stesso, meno severo, meno pretenzioso. Adesso perdonati. Non è stata colpa di nessuno. E hai fatto tutto quello che potevi fare. Non ho nulla da rimproverarti se non rivolgerti la mia supplica più intima che nei prossimi inverni io ti possa vedere in quel nostro grande appartamento in buona compagnia. La solitudine non è fatta per te, amore mio, sei un uomo troppo romantico e passionale per sfiorire a poco a poco. L’urna poi, quando non sarai più da solo, portala nel nostro posto segreto. Non è più il caso resti nel salone. Mi continuerai ad amare anche se non mi tieni sulla mensola. Lì dove ci siamo dati il nostro primo bacio è il posto giusto. Fidati di me, come hai sempre fatto. Grazie per quello che fai per i ragazzi. So che adesso è tua intenzione creare un’altra borsa di studio in mio nome. Sì, i ragazzi… pensa dunque al futuro. Il migliore modo di amarmi adesso è accogliere il futuro che giunge e amarlo con la stessa intensità con cui lo ha amato io. Oltre ogni sempre, tua Ada”.   “Ho scritto tutto – dissi – guardando Ada. E’ stato davvero un amore immenso e le tue parole sono le stesse che scriverei io all’uomo che amo. Grazie per essermi venuta a trovare. Ti aspettavo da tempo ed ero preoccupata ti fossi dimenticata. Ma so che l’amore vero non dimentica, che c’è un tempo per ogni cosa e che amare è vedere gli occhi dell’altro brillare. Perché se non brillano non è amore. Ho visto i tuoi come fossero due stelle questa notte, spero davvero Filippo ti ascolti.” “Grazie Bia. Avevo bisogno anche io di tempo per dirgli tutte queste parole con la pace nel cuore. Sì, voglio vedere brillare di nuovo i suoi occhi. Solo questo desidero. Sei una buona ambasciatrice. Ci sono voluti due anni ma ho scelto la migliore. La poetessa dell’amore. La donna che non si arrende mai, proprio come me. Quella che ama oltre ogni fine. So che hai un sogno segreto nel cuore. Sappi che quando raggiungerai quel traguardo ci sarò anche io con voi a festeggiare. Sarà il mio modo di dirti grazie per avermi accolto a casa tua, in questa villetta che sa di scirocco, bellezza e di tutti i tuoi versi. Che anche i tuoi occhi possano brillare e se puoi perdonati pure tu. Credimi, la malattia non è né una colpa né una scelta. Continua a costruire galassie di bellezza oltre ogni dolore ché in questo mondo ne serve davvero tanta bellezza per salvarsi”.

Ognuno ha il suo direttore, Filippo sarà sempre il mio. A lui e al suo immenso amore per Ada. Ad ogni amore che non conoscerà mai la parola fine.

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