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Musica Varie

‘Occhiali da Sole’ (di Bia Cusumano)

di Diodato

“Cosa portiamo in fondo agli occhi” è una delle frasi che ricorre nel testo di Diodato. Servono occhiali scuri in faccia per mascherare cosa si abbia in fondo al cuore, perché non sono solo applausi e adrenalina nelle vene. Non è solo successo meritato e notti lunghissime con addosso luci di riflettori e visi che guardano estasiati un musicista che è anche un poeta tra le note di spartiti struggenti. Ascolto la canzone più volte e si materializzano davanti i mei occhi ore in aerei, valigie, prove interminabili, stanze d’albergo, cene con tantissime persone, donne diverse, attese spasmodiche prima di entrare e varcare quel palco che sovrasta una marea di persone. Tutti lì, tutti per lui. Giovane, esile, dalla voce quasi ipnotica. Lo ascolti e non ti sazi. Come dovrebbe essere la vera musica, la vera poesia, la vera arte. Lo ascolti e ripensi a quante volte sia capitato anche a te, di dovere indossare occhiali scuri in faccia e dire: “va tutto bene”. Anche così, senza fissa dimora, senza una famiglia propria o senza figli che ti aspettano la sera quando rincasi, con dentro il cuore l’idea imprecisa e vaga di un camino e di due persone che invecchiano insieme. Una vita normale in fondo, semplice, banale forse, essenziale. Una vita che sembra appartenere agli altri, non agli artisti, zingari ed equilibristi di professione, sempre a rubare felicità estrema ovunque. Eppure non si sa, cosa portino davvero in fondo al cuore. Forse ci sarà un’altra notte tra birre, festeggiamenti, gloria o forse sarà solo un’altra notte in una comodissima, raffinata ma anonima camera d’Hotel. La canzone di Diodato narra così la vita che è ma anche quella che non è e forse non sarà mai. Perché certe rotte sono incontrovertibili, certe scelte radicali, certe appartenenze assolute. Lo sa e lo può capire solo chi c’è dentro queste vite. Chi ha scelto la musica, la poesia, il cinema, la scrittura come madre, come padre, come casa. Sì, come la propria Itaca. Si chiude la porta della camera d’albergo, un altro concerto è finito, sfinito ti spogli e ti getti sul letto enorme e ti guardi intorno. Magari non sei neanche solo, eppure hai ancora bisogno di proteggerti il cuore, di stringerti nella pelle, di rivolgerti un’ultima carezza o uno sguardo davanti lo specchio. Sei stato bravo, sì, è innegabile. Su quel palco hai spaccato. Conquisti, seduci, commuovi. Chi urla, chi conosce tutte le tue canzoni a memoria, chi vorrebbe solo allungare la mano per vedere se sei di carne pure tu. Eh sì, lo sei. Di carne, ossa e anima. E in fondo a quell’anima hai ricordi di vita semplice, in cui eri uno qualunque, una volta, uno che cantava da sempre ma non si sarebbe immaginato che un giorno avrebbe girato il mondo in tour e che la propria vita sarebbe cambiata così. Dove è quel camino davanti cui invecchiare insieme? È rimasto il fumo appena di un sogno concepito quando ancora il successo era lontano, quando l’amore sembrava facile, quando farsi una famiglia e una carriera era l’orizzonte possibile per assecondare le aspettative di mamma. Ma le aspettative e i sogni degli altri non sono spesso i nostri. E poi a volte la vita prende il sopravvento. Non puoi prevedere di ritrovarti così giovane e all’apice del successo, sempre tra prove e palco, sempre tra alberghi e voli. Bellissima l’ultima canzone di Diodato. In fondo è il canto di ogni artista che ha deciso una vita inevitabilmente “diversa”. E magari invecchieremo tutti con quel rimpianto di non esserci fermati in tempo per goderci la normalità o magari non ci fermeremo mai perché l’arte ti sceglie e rivendica l’esclusiva. Il successo lo paghi così. E quando pensi che gli artisti possono permettersi tutto, avere tutto, comprarsi tutto, hai dimenticato che a volte vorrebbero solo potere confondersi tra la folla, essere quasi non visti. Potersi permettere di essere almeno per un pò, meno famosi, meno conosciuti, meno riconoscibili. Con quel paio di occhiali da sole in faccia potersi proteggersi almeno il cuore da un languore di vita fatta di pranzi in famiglia, di pomeriggi a letto mentre fuori piove, di amori semplici, senza corse, rinunce, bivi. Ma va tutto bene così, lo stesso. Lo diremo sempre, noi artisti, perché non è possibile tornare indietro. Puoi solo andare avanti, ovunque porti questa vita. Amarezza e dolcezza in un unico testo, mescolati insieme. Un abbraccio intimo con la madre, un bacio appena, quasi un lento accennato all’inizio del videoclip, un bimbo preso in braccio ma non è il proprio, un po’ di trucco sul viso e poi chitarra e palco. L’arte non aspetta. Il miracolo di essere artisti non replica. E’ adesso il momento e la vita degli artisti è composta da infiniti adesso che forse un giorno saranno un per sempre, o forse solo ricordi meravigliosi, quando a luci spente tutto finirà e potrai essere uno dei tanti anche tu. Uno che invecchierà guardando indietro ciò che è stato, ciò che è rimasto, ciò che si è perduto. Nonostante tutto, va e andrà tutto bene, perché lo abbiamo voluto noi. Lo ha scelto Diodato, lo ha scelto Antonio di essere per gli altri, tutti gli altri e un po’ meno per sé. A Diodato non posso che augurare di donarci ancora infinita bellezza con la sua musica e con le sue parole. Lui poeta moderno che canta la gioia e il dolore sottile di essere un artista oggi. Un artista ma non uno come tanti. Uno con gli occhiali da sole in faccia per proteggere e custodire ciò che ha in fondo al cuore. Una Itaca sommersa e inaccessibile, una Itaca inviolabile e assoluta. Una Itaca solo sua.

                                                                                          Bia Cusumano

3 COMMENTS

  1. Complimenti..articolo molto vero..e anche un po’ dolente!! 😔 È vero, gli artisti hanno anime e vite tormentate…ma al di là del successo, che va e viene, e che sicuramente appaga il desiderio di fare cose belle….è anche vero che tutti gli esseri umani…nonostante chilometri di diversità…hanno gli stessi desideri..gli stessi sogni “semplici”, normali…nei quali non sei solo “uno dei tanti”….ma sei tu e basta per poche persone. Sogni “facili” che però riempiono e danno senso a questa vita effimera…ed è sempre un peccato accantonarli…perché…alla fine…restano le persone…non le cose!! 🥺💔 Cmq molto brava, descrizione davvero toccante! Marianna

  2. Complimenti..articolo molto vero..e anche un po’ dolente!! 😔 È vero, gli artisti hanno anime e vite tormentate…ma al di là del successo, che va e viene, e che sicuramente appaga il desiderio di fare cose belle….è anche vero che tutti gli esseri umani…nonostante chilometri di diversità…hanno gli stessi desideri..gli stessi sogni “semplici”, normali…nei quali non sei solo “uno dei tanti”….ma sei tu e basta per poche persone. Sogni “facili” che però riempiono e danno senso a questa vita effimera…ed è sempre un peccato accantonarli…perché…alla fine…restano le persone…non le cose!! Quindi….afferrateli sempre….anche se è più faticoso!! Cmq molto brava, descrizione davvero toccante! Marianna

  3. Complimenti..articolo molto vero..e anche un po’ sofferto!! 😔 È vero, gli artisti hanno anime e vite tormentate…ma al di là del successo, che va e viene, e che sicuramente appaga il desiderio di fare cose belle….è anche vero che tutti gli esseri umani…nonostante chilometri di diversità…hanno gli stessi desideri..gli stessi sogni “semplici”, normali…nei quali non sei solo “uno dei tanti”….ma sei tu e basta per poche persone. Sogni “facili” che però riempiono e danno senso a questa vita effimera…ed è sempre un peccato accantonarli…perché…alla fine…restano le persone…non le cose!! 🥺💔 Cmq molto brava, descrizione davvero toccante! Marianna

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