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Libri

Il nuovo libro di Salvatore Mugno, I CARNEFICI DI SICILIA, Navarra Editore

Il mondo visto con gli occhi degli esecutori di giustizia siciliani dell’Ottocento: questo è l’inedito e singolare spaccato storico, sociale e culturale che ho ricostruito, dopo impegnative ricerche presso gli Archivi di Stato, in questo mio lavoro che, da oggi, 16 dicembre 2021, trovate in distribuzione nazionale presso le librerie, anche in quelle on line. Il testo presenta una prospettiva totalmente nuova, sia nella storiografia che nell’aneddotica, circa la giustizia nella nostra Isola nel secolo in cui si consolidavano molte delle storture, anche malavitose, mafiose e dell’amministrazione della giustizia, che avrebbero fatto pesare i loro effetti fino ai nostri giorni. E ci può aiutare a comprendere quanto sia ancora lungo e arduo il compito della dea Minerva in questo campo.Esso offre un’analisi puntuale di ciò che caratterizzava la vita di coloro che per lavoro eseguivano le condanne a morte: dall’identità dei boia alle modalità del loro reclutamento, dal loro tenore di vita alle normative che ne regolavano l’attività, passando per la pietà e la ripugnanza che gli stessi provavano nell’esercizio delle loro funzioni, il loro abbigliamento, il loro contesto famigliare, le ultime parole non famose di alcuni giustiziati e il culto religioso dei “decapitati”. Naturalmente, di fronte alle vicende di questi “tagliateste” per mestiere, il pensiero va, per associazione, anche a quanti, in altri ambiti, contesti e periodi storici, abusando del proprio potere e della propria posizione, abbiano di fatto “decapitato”, in questi ultimi due secoli, ma anche in quelli precedenti, la nostra Isola, delle proprie risorse, delle proprie intelligenze e delle proprie speranze, cristallizzandola come una delle lande più arretrate dell’intera Europa. Tra saggio, storia e racconto, “I carnefici di Sicilia” sono il completamento e insieme il contraltare del mio dittico sui “Decollati. Storie di ghigliottinati in Sicilia”: un’indagine originale in cui ho cercato di mettere insieme il rigore dello studio e la gradevolezza della scrittura, per narrare una Sicilia diversa, misteriosa, oscura.

In uscita oggi 16 dicembre 2021, in tutte le librerie nazionali e sugli store online, “I carnefici di Sicilia. Chi erano e come vivevano i boia nell’Ottocento” (Navarra Editore, 160 pp, €15,00) del narratore e saggista trapanese Salvatore Mugno. Il mondo visto con gli occhi dei carnefici siciliani dell’Ottocento: questo è lo straordinario spaccato storico, sociale, culturale che Mugno offre ai lettori; una prospettiva totalmente inedita, sia nella storiografia che nell’aneddotica sulla Sicilia, intorno a un côté del sistema giudiziario sotto il Regno delle Due Sicilie.

Un’analisi precisa e attenta che ricostruisce la vita di coloro che per lavoro eseguivano le condanne a morte e che completa la precedente indagine “Decollati. Storie di ghigliottinati in Sicilia” e “Sentenze di ghigliottinati in Sicilia” (Navarra Editore, 2019), dittico storico-narrativo in cui protagonisti erano donne e uomini colpevoli di reati ritenuti meritevoli di decapitazione.

Grazie a documenti ufficiali e a una bibliografia tematica Mugno rileva i più variegati aspetti della professione del boia: come venivano selezionati; quali normative ne regolavano l’attività; dove operavano, con quali strumenti, e perfino con quale abbigliamento. L’Autore propone altresì una narrazione di natura privata, che indaga il contesto familiare dei carnefici siciliani, i disagi e le disavventure cui andavano incontro, la considerazione di cui godevano, il senso di pietà e di orrore che conviveva con l’orgoglio e la ripugnanza. Temi carichi di simbologie che invitano a riflettere sul sistema giudiziario, anche odierno, e contribuiscono a mantenere alta la tensione nella lettura di un racconto che garantisce un costante brivido lungo la schiena.

Salvatore Mugno (Trapani,1962) è saggista e narratore. Ha collaborato con periodici e quotidiani e pubblicato diversi romanzi, tra i quali: Opere terminali (Jaca Book, 2001), Il pollice in bocca (Circolo Il Grandevetro, 2005), Il biografo di Nick La Rocca (Arcana, 2017), Il prof terrone (Margana, 2017), la raccolta di racconti Parole in croce (Margana, 2018). Ha condotto studi su Mauro Rostagno, Giuseppe Marco Calvino, Mameli Barbara, Tito Marrone, Matteo Messina Denaro, Giangiacomo Ciaccio Montalto, Giovanni Falcone, Giuseppe Lo Presti, la maschera di

Peppe Nappa. Si è occupato di importanti scrittori tunisini, curandone e traducendone alcune opere: Mario Scalesi, Moncef Ghachem e Abū’l Qāsim ash-Shābbi. Ha partecipato a documentari di Alberto Castiglione su Mauro Rostagno e a una docufiction di Michele Cinque che racconta la vita del cornettista americano di origini siciliane Nick La Rocca. Per Navarra Editore ha pubblicato, nel 2019, il dittico: Decollati. Storie di ghigliottinati in Sicilia e Sentenze di ghigliottinati in Sicilia.

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