A guardarla sul palcoscenico, Daniela Baldassarra è una gigantessa. Senza il supporto di scenografie e orpelli vari, ingombra la scena con il suo carisma e la sua cultura. Fine monologhista, autrice raffinata, versatile come poche donne di teatro in Italia – non a caso la critica la considera da tempo l’erede di Franca Rame – riversa la sua grande sensibilità in un genere teatrale tutto suo, che parla a tutti e che parla di tutti; un teatro aggregante, onesto e brillante.
Si è da poco concluso il Tour primaverile che ha attraversato il nostro Paese registrando quasi tutti sold out, e durante il quale l’artista è stata insignita di un Riconoscimento da parte della Città dell’Aquila per il suo impegno contro la violenza di genere.
Daniela, sappiamo che stai lavorando a nuovi progetti. Puoi anticiparci qualcosa?
I miei prossimi lavori racconteranno le pressioni sociali che tutti subiamo, seppur inconsapevolmente. In particolare voglio sviscerare due grandi temi: la bellezza e la genitorialità.
Bellezza intesa come bellezza estetica?
Anche. Abbiamo un concetto molto distorto di bellezza, soprattutto rispetto alle donne, perché il corpo in primis, ma in generale l’esistenza stessa delle donne, sono un vero campo di battaglia sociale. Dallo stress delle pressioni sociali agite sulle donne (matrimonio, maternità, carriera, bellezza, autonomia) ha origine il grande problema della rivalità femminile. Alcune fazioni degli attuali femminismi asseriscono che il fatto che le donne siano troppo spesso le peggiori nemiche delle altre donne sia un’invenzione del patriarcato, ma io non sono d’accordo, anzi credo che proprio questa teoria dia manforte al maschilismo, perché ci impedisce di guardare in faccia il problema e risolverlo.
E invece in che modo tratterai il tema della genitorialità?
In modo estremamente provocatorio, quasi cinico. Bisogna abbattere il piedistallo su cui poggiamo la sacralità della maternità e della famiglia in generale, soprattutto in questo momento storico/politico in cui si parla di genitorialità come fosse un valore patriottico. La famiglia perfetta (madre in odore di santità, padre impeccabile, figli da manuale) non è mai esistita, è il più grande inganno culturale che sia mai stato creato, e va assolutamente destrutturato. L’ 80 per cento delle violenze in Italia avviene tra le mura domestiche, in casa, e questi sono dati reali.

È molto difficile immaginare che tematiche così delicate e controverse possano essere trattate con ironia e sarcasmo, ma questa è la genialità a cui Daniela Baldassarra ci ha ormai abituati. Nessuno come lei è in grado di “spostare” l’animo umano dalla risata alle lacrime in pochi minuti, facendo vivere al pubblico una vera e propria esperienza di catarsi personale.