È Laura Forti ad aggiudicarsi il SuperMondello e il Premio Mondello Giovani con Forse mio padre (Giuntina): idue riconoscimenti sono stati assegnati venerdì 19 novembre 2021 a Palermo presso la Società Siciliana per la Storia Patria nell’ambito della cerimonia di premiazione della 47a edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello.
Laura Forti, Giulio Mozzi e Alessio Torino sono stati eletti vincitori per la sezione Opera Italiana, mentre Lorenzo Tomasin è stato proclamato vincitore della sezione Mondello Critica con Europa romanza. Sette storie linguistiche (Einaudi).
I quattro vincitori sono stati designati a luglio dal Comitato di Selezione presieduto da Giovanni Puglisi e composto dagli scrittori Enzo Mansueto, Francesco Musolino e Carola Susani.
Il premio è promosso dalla Fondazione Sicilia, dal 2012 in collaborazioneconil Salone Internazionale del Libro di Torino. Per il quarto anno consecutivo i lavori dell’edizione sono stati realizzati insieme con la Fondazione Circolo dei lettori di Torino e d’intesacon la Fondazione Premio Mondello e la Fondazione Andrea Biondo.
IL SUPERMONDELLO E LA GIURIA DEI LETTORI QUALIFICATI
Laura Forti è stata votata in maggioranza daicomponenti della Giuria dei Lettori Qualificati. I giurati, dislocati in tutta Italia, sono stati direttamente indicati dai librai di un circuito di 22 librerie segnalate dalla redazione dell’inserto culturale Domenica de “Il Sole 24 Ore”. Nei mesi scorsi ognuna di queste librerie ha inviato alla Segreteria del Premio un elenco di 5 lettori ‘forti’, in grado di formulare un giudizio letterario critico e ragionato. I lettori così selezionati hanno potuto esprimere la loro preferenza votando online in un’apposita sezione del sito www.premiomondello.it.
IL MONDELLO GIOVANI E LA GIURIA DEGLI STUDENTI
La Giuria chiamata a decretare il Premio Mondello Giovani ha scelto Laura Forti.La Giuria quest’anno è formata da 30 studenti siciliani di due scuole palermitane (il liceo classico Vittorio Emanuele II e il liceo scientifico Stanislao Cannizzaro) e una di Marsala (l’Istituto Giovanni XXIII).Un modo per accrescere ancora di più il peso dei giovani lettori, nell’attribuzione dei riconoscimenti del Mondello. Gli studenti hanno letto i tre libri in gara e votato il loro romanzo preferito, motivando la scelta con un testo critico.
Anche quest’anno ai componenti della Giuria degli Studenti il Mondello ha riservato un riconoscimento ufficiale: su indicazione del Comitato di Selezione sono stati premiati i tre studenti autori delle motivazioni ritenute migliori.
Prima classificata: Angela Giulia Rallo, Liceo classico Giovanni XXIII Cosentino di Marsala; Secondo classificato: Giuseppe Antonio Boncimino, Liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo;Terzo Classificato: Nicolò Conigliaro, Liceo scientifico Stanislao Cannizzaro di Palermo.
Lo scorso ottobre a Torino, al Salone Internazionale del Libro, Marco Missiroli (giudice monocratico del Mondello 2021) aveva assegnato Il Premio Autore Straniero allo scrittore Michel Houellebecq.
IL MONDELLO, LA STORIA
Nato nel 1975 grazie a un gruppo di intellettuali palermitani, il Premio Mondello è giunto alla quarantesettesima edizione, confermandosi una pietra miliare nel percorso culturale del Paese. In più di quarant’anni di storia, dieci fra gli scrittori che si sono aggiudicati il Premio sono successivamente ascesi alla gloria del Nobel per la Letteratura: Günter Grass, Josif Brodskij, V.S. Naipaul, Octavio Paz, Wole Soyinka, Josè Saramago, Seamus Heaney, Kenzaburo Oe, J.M. Coetzee, Doris Lessing. Tra gli altri vincitori ricordiamo: Milan Kundera, Javier Cercas, Adonis, Don DeLillo, Elizabeth Strout, Péter Esterházy, Marilynne Robinson, Alberto Moravia, Italo Calvino, Andrea Camilleri, Alberto Arbasino, Davide Enia, Herta Müller (Premio Nobel 2009), Colum McCann e Michel Houellebecq.
Laura Forti è una delle drammaturghe italiane più rappresentate all’estero. I suoi testi sono stati tradotti e messi in scena in molti paesi e pubblicati in Germania e Francia. All’attività di scrittrice affianca quella di docente, insegnando scrittura teatrale e creative writing. Collabora come giornalista con radio e riviste nazionali e internazionali. In ambito editoriale, ha tradotto per Einaudi I cannibali e Mein Kampf di George Tabori. Di lei, la Giuntina ha già pubblicato L’acrobata.
Forse mio padre, Laura Forti.
Poco prima di morire, una madre rivela alla figlia che l’uomo che l’ha cresciuta non è il suo padre biologico. Come uno sparo improvviso, una verità fino ad allora solo sospettata diviene certezza dolorosa. Un giovane conosciuto durante l’occupazione nazista e abbandonato subito dopo la guerra, è
lui il padre. È lui quella presenza impalpabile con la quale la madre è sempre rimasta segretamente in contatto e che ha lasciato dietro di sé poche, labili tracce. È lui il forse padre. Inizia allora il tentativo di ricomporre, attraverso la letteratura, una storia familiare che non è solo biografia di un fantasma, ma un viaggio tra frammenti affilati, una corsa a perdifiato tra le ombre e le luci del passato. Cercando un padre mai conosciuto, una donna riacquista così la sua dimensione identitaria e profonda, trovando finalmente la forza di colmare il vuoto e di aprirsi al futuro.
Motivazione del Comitato di Selezione: Forse mio padre di Laura Forti è un libro dalla semplicità solo apparente. Tra memoriale e finzione, si presenta come un’indagine volta a ricostruire l’identità dello sconosciuto con il quale “forse” la madre ha generato la narratrice. La madre, proveniente da una famiglia di solido ebraismo, sposata a un non ebreo, ha una relazione antica con lo sconosciuto, che in qualche modo si rivitalizza e permane.
Quel “forse” è un potente motore narrativo. Permette di raccontare la storia famigliare e, in tralice, la storia del nostro paese, dell’ebraismo italiano tra fascismo e presente, di indicare gli effetti della shoah sui sopravvissuti e sulle generazioni successive: emoziona e raggela. Una ricerca che si inserisce nell’alveo della migliore letteratura attuale che guarda a Sebald. La scrittura precisa e secca ci accompagna attraverso la memoria, la documentazione, l’immaginazione – che entra in scena per sanare i vuoti, le ferite, della memoria e dei documenti – all’interno di un percorso onesto che sfida i limiti della conoscenza narrativa.