Un cielo rasserenato ha vegliato ieri pomeriggio sull’ultima tornata di incontri del Letterando in Fest edizione 2021. Nonostante le instabili condizioni atmosferiche, il festival letterario saccense ha rispettato il programma con i tre incontri domenicali e ha così concluso la XII edizione con un bilancio tutto positivo.
Le condizioni del tempo hanno costretto gli organizzatori a spostare le tre conversazioni previste per il pomeriggio di domenica dall’affascinante cornice della Lega Navale alla Badia Grande. Un segno del destino, che ha però rimarcato quello che è successo nell’edizione 2021 della più importante kermesse letteraria del territorio: il Letterando in Fest è “tornato a casa”, nel luogo in cui è nato grazie all’intuizione di Sino Caracappa.
Nella casa del Letterando si sono alternate, ieri pomeriggio, le riflessioni degli ospiti. A cominciare da Santo Lombino, che da saggista si è messo alla prova con un romanzo che, comunque, mette al centro i protagonisti senza voce della Storia, i subalterni, il popolo. È toccato poi ad altri protagonisti senza voce, i discendenti delle vittime del colonialismo italiano in Africa, raccontare la storia rimossa del nostro passato violento in Eritrea, in Somalia, nel Corno d’Africa. Vittorio Longhi, italo-eritreo, e Ubah Cristina Ali Farah, somalo-italiana, hanno dipinto un affresco complesso e doloroso in una conversazione intensa, con lo stimolo di una esperta di letteratura africana e di migrazioni come Alessandra Di Maio, docente dell’università di Palermo. Il silenzio stupito e palpabile del pubblico è stato il segno di quanto ci fosse bisogno di illuminare una pagina della nostra storia rimasta volutamente nell’ombra.
E con un’altra pagina di storia, stavolta di storia di Sciacca, si è concluso il Letterando. La storia del corallo e dei corallari, le storie del mare e dei pescatori raccontate da uno dei protagonisti, Ninni Ravazza, con l’aiuto di Massimo D’Antoni e di Giuseppe Di Giovanna, il presidente della Lega Navale che, pur lontano dalla marina, ha il suo ruolo di ospite dell’incontro alla Badia Grande su un tema caro ai saccensi.
È il momento dei bilanci, dopo quattro giorni di incontri, di parole, di idee condivise con le lettrici e i lettori di Sciacca. Paola Caridi, direttrice artistica del Letterando: “Sono molto contenta. Non solo perché siamo riusciti in una impresa non scontata: fare un festival in presenza in questo tempo difficile. Non solo perché il Letterando è tornato a casa, alla Badia Grande. Sono contenta perché il pubblico è venuto agli incontri per il piacere di ascoltare, per la curiosità di conoscere, per una consuetudine alla lettura. Ha voluto prenotarsi per partecipare agli incontri”. E poi i ringraziamenti. “I ringraziamenti da fare sono tanti. A cominciare da Sino Caracappa, l’unico imprenditore culturale di questo territorio. Grazie a chi ci ha sostenuto, alle associazioni, agli sponsor, alle tante persone che ci hanno aiutato, agli ospiti che con gioia hanno accettato di venire a Sciacca e di fare gli incontri in presenza. L’elenco è lungo, chi ci ha aiutato sa, conosce la mia gratitudine. L’ultimo grazie è all’invisibile lavoro comune, di quella che è a tutti gli effetti la filiera del libro. Solo in questo modo, solo coinvolgendo tutta la filiera del libro si possono ottenere questi risultati così pieni, a loro modo brillanti. Editori, uffici stampa, autrici e autori, la libreria Ubik e la sua libraia, Ornella Gulino, il pubblico, i gruppi di lettura”.
Sino Caracappa parla del risultato di questa edizione riportando il commento di un lettore, appena uscito da uno degli incontri domenicali. “Già è finito? Non potevate continuare ancora per qualche giorno?”