“E quindi?”
“Ti prego no, mi fa male pensarci, fammi vedere le cose belle.”
“Non pensarci. Lascia perdere. Non è colpa tua. Tu non puoi farci niente. Succede. È necessario. È inevitabile. Che non partano. Se la vanno a cercare. Abbiamo cose piú importanti da fare. Prima dobbiamo pensare a noi. È che sono neri.”
“Sono meglio i lager in Libia. Vengono torturati, distrutti mentalmente e fisicamente, però ehi, rimangono vivi, come gli ebrei che sopravvivono ai nazisti. È questo il sistema, è il migliore dei mondi possibili, sii felice.”
“Fanno anche ridere. Guardali come stanno messi da morti. Proprio dei negracci.”
Mi sento uno schifo ma poi lascio stare e mi sento meglio. Posso parlarne, picchiare le porte dei miei governi, ma loro mi stanno ignorando. Hanno paura di perdere potere. Lo dico alla mia famiglia: tace. Lo dico agli amici: frasi di circostanza. Lo dico a chiunque: indifferenza. Sono lontani. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Pensa a studiare. Pensa a lavorare. Pensa a giocare. Straviati. Il mondo è brutto. Questo è il sistema. Non puoi cambiare le cose. Non fare il comunista. È arrivato il comunista. È arrivato il buonista. È arrivato l’eroe. È arrivato il professorone. Vengono qui a rubare e stuprare, meglio morti. Uno in meno. I loro figli sono la continuazione della loro razza bastarda. Non li vogliamo.
Sono sei anni che non riesco a farmi un bagno al mare senza che sia un bagno di sangue. Ma il sangue nemmeno c’è, annegano senza ferite, è una morte pulita. Sta accadendo adesso. Le deportazioni degli ebrei stanno accadendo adesso, ma al posto degli ebrei ci sono i negri e al posto delle deportazioni c’è l’indifferenza di fronte a chi sta annegando. È vietato lanciare un salvagente. Cambia la forma, resta la sostanza. I morti non sono 6 milioni, ma 60 mila. Quindi ci sta. È meno grave. Non è come la Shoah. Non sono milioni. Sono solo migliaia. Migliaia di persone morte. Un bambino morto. Una coppia, marito e moglie, morti asfissiati sott’acqua. Uno. Un altro. Un altro ancora. Ancora. Un altro ancora. Ancora un altro. Di nuovo. Ancora. Di nuovo. Una noia di morti. Muoiono in continuazione. Muoiono come fosse il loro destino. Muoiono. Muoiono muoiono muoiono. Muoiono! Muore! Morte! MORTE!!!
“L’indifferenza è una virtú. Fatti i cazzi tuoi. Non ti riguarda. Lascia perdere. Non sei tu. Non ci sei tu là. Ci sono gli altri. Ci sono i negri. Loro se lo meritano. È destino. Andranno in paradiso, poverini. Poverini… non possiamo farci niente. La legge è questa, non può essere cambiata.”
E invece le leggi cambiano, perché ciò che è giusto non è sempre legale.
Di Riccardo Oliva