È uscito il nuovo libro di Salvatore Mugno. Un romanzo decisamente controcorrente e politically incorrect, come si ricava già dal titolo: Lei mi picchiava (2023). Un testo così poco mainstream, che l’autore ha incontrato grandi difficoltà a collocarlo presso un editore “classico”. Ma, convinto del valore e, soprattutto, della necessità del proprio scritto, Mugno ha deciso di pubblicarlo sulla piattaforma di self publishing di Amazon.
Il romanzo, circa duecento intensissime pagine, tra horror e puro divertimento, prova ad aprire una finestra sul versante maschile del tema delle violenze all’interno della coppia. E lo fa, sostanzialmente, senza privilegiare né parteggiare per nessuno dei due versanti.
Come, infatti, si legge nella nota editoriale che accompagna la narrazione: «Lei mi picchiava è un breve e denso romanzo, ispirato alla realtà, in cui i preconcetti, le false sicurezze e le convenienze di genere vacillano: Angelina Struppia, la graziosa consorte di Mimmo Adamo, pesta, infatti, con protervia e con metodo il vigoroso marito; lui, dal suo canto, sa come farla imbestialire, con l’arte impalpabile e ambivalente dell’ostinazione, della provocazione, della codardia».
Il romanzo «ripercorre, per tappe brevi e corpose, le fasi salienti dell’irrazionale ed ineludibile storia d’amore e odio fra i due, ma getta anche insidiosi e sapienti sguardi nell’entourage del campo di battaglia: dal pestifero prete che li sposa agli acidi avvocati e narcisi criminologi che li patrocinano in giudizio, dai pavidi vicini di casa chiamati a testimoniare alle torbide frequentazioni dei dispensatori di giustizia, dai glaciali famigliari degli sposi alla malsania del contesto sociale».
Una storia d’amore e di botte, la definisce lo stesso autore, presagendo che: «Nuove tipologie di donne e di uomini si affacciano in un livido e sconfinato orizzonte mattutino».
E si tratta di un libro che davvero amplia gli orizzonti.
Un’occasione per arricchire il dibattito su temi di rilievo epocale.
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Salvatore Mugno (Trapani, 1962), saggista e narratore, ha pubblicato vari romanzi (Opere terminali; Il pollice in bocca; Il biografo di Nick La Rocca; Il prof terrone).
È autore di studi e biografie su Mauro Rostagno, Matteo Messina Denaro, Giovanni Falcone, Giangiacomo Ciaccio Montalto, Paolo Borsellino, Giuseppe Lo Presti, Tito Marrone, la maschera di Peppe Nappa, la ghigliottina e i carnefici in Sicilia.
Ha tradotto e curato opere di importanti scrittori tunisini (Mario Scalesi, Moncef Ghachem e Abū’l Qāsim ash-Shābbi).
Ha collaborato con periodici e quotidiani e ha partecipato a documentari trasmessi da reti Tv nazionali su Mauro Rostagno, Giovanni Falcone, Matteo Messina Denaro, Nick La Rocca.
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Ecco, infine, un brano del volume, tratta dalla quarta di copertina del libro:
«L’indomani, prima di scendere nel ristorante per la colazione, Angelina pretese di truccare il marito. Era troppo malconcio per condurlo in giro in quelle condizioni e se ne vergognava.
Lo fece sedere di fronte a uno specchio e, con la destrezza di un’estetista, applicò sul suo volto etti di fondotinta, ombretto, cipria, perfino qualche tocco di rossetto e chissà quali altre diavolerie estratte dalla sua borsetta, che sembrava una succursale della Dior.
Lo conciò quasi come una mummia e lo trascinò fuori dalla stanza.
Lui non sapeva se ridere o piangere, per quelle singolari cure ricevute.
Si osservò a ridosso dello specchio prima di lasciare la camera: da vicino i danni si vedevano eccome!
Quelle operazioni di maquillage si ripetevano sempre più spesso nella loro vita coniugale».

