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Miracolo a Librino: inaugurata la Porta delle Farfalle – di Tiziana Blanco

Librino, Catania: il 14 aprile si è inaugurata la Porta delle Farfalle.

Unitamente alla Porta della Bellezza del 2009, Antonio Presti dà vita ad una galleria d’arte contemporanea a cielo aperto unica al mondo.

Per questo enorme rione di oltre 70.000 abitanti l’architetto urbanista Kenzo Tange, negli anni ’60, con la sua idea di “new town’’ – intesa come città satellite della Milano del sud – aveva grandi progetti rivelatisi ben presto un’utopia. Quei sogni hanno lasciato il posto alla triste realtà di degrado ed emarginazione che tutti conosciamo.

‘’Ho scelto il quartiere di Librino 23 anni fa come spazio creativo per farne un museo a cielo aperto, per contribuire alla diffusione positiva dell’immagine di questo quartiere, troppo spesso emarginato e relegato entro i suoi confini. L’impegno, i sacrifici, la fatica, sono ripagati dai sorrisi di chi, ogni giorno, percorre questa Porta piena di messaggi spirituali, sociali e culturali».

Afferma così Antonio Presti, un siciliano illuminato e illuminante, presidente della Fondazione Antonio Presti-Fiumara d’Arte, nonché ideatore dell’Art Hotel Atelier sul Mare, albergo-museo d’arte contemporanea a Castel di Tusa.

In tre anni di incessante impegno, grazie ad una vivace coralità d’azione ideata e diretta dal mecenate Presti, coadiuvato dal suo prezioso braccio destro, Gianfranco Molino vice presidente della fondazione e produttore esecutivo culturale, è stata realizzata la ciclopica Porta delle Farfalle. La maestosa opera di land art, un muro di un chilometro e mezzo di lunghezza alto otto metri, accoglie cinquanta opere di terracotta, in esso incastonate, ognuna raffigurante un soggetto differente.

I numeri: 15 mila persone di Librino, tra mamme, bambini, condomini, associazioni e parrocchie del territorio, 5 mila studenti di 20 licei artistici siciliani. Oltre 100 mila le formelle di terracotta utilizzate, 20 gli artisti impegnati. Decine di librerie e editori etnei hanno donato migliaia di libri agli studenti delle scuole del quartiere.

Con il sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo sono stati realizzati i laboratori didattici.

Come per miracolo un cavalcavia diventa una monumentale opera d’arte. Un muro che non divide ma unisce, in nome dell’arte e della bellezza, crea un processo di condivisione e sviluppo di un rione popolare.

E ancora Antonio Presti: «Questo non è un progetto dell’Io, la Porta delle Farfalle è un progetto del Noi. È un processo di crescita collettiva, che parte dalle scuole dell’infanzia e arriva fino ai licei. L’unico bene comune di inestimabile valore è la bellezza della conoscenza, il vero potere è il sapere.

Librino si è riscattata agli occhi del mondo: ha preso il volo, proprio come le farfalle di questa nostra opera collettiva, che oggi con leggerezza volteggiano sopra il cielo della città di Catania».

L’arte come salvezza è sempre stata la sua mission, come per la Porta della Bellezza del 2009 che “i cittadini del quartiere hanno amato, rispettato e protetto”, e per Il Cantico di Librino, l’installazione fotografica di 1200 ritratti che anche in quella occasione ha visto protagonisti gli abitanti del quartiere, immortalati da fotografi professionisti. Il progetto, ispirato al Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, accomunava spiritualità, arte e bellezza ed è stato realizzato in collaborazione con le parrocchie del posto.

Tra i vari soggetti dei bassorilievi del muro turchino troviamo un tempio di libri, dalla Bibbia alla Costituzione, tempio che, simbolo di una civiltà che abbandona i libri, purtroppo rischia di crollare; i personaggi del Flauto magico di Mozart, Ulisse, Tiresia.

Sono presenti i simboli di Catania: Sant’Agata, Vincenzo Bellini, l’elefante e l’Etna. Ma c’è anche la grande scultura che rappresenta il cane buono del quartiere, Turi. E ancora animali colmi di simbologie, pesci, tartarughe (‘’festina lente’’, affrettarsi lentamente, motto attribuito ad Augusto per l’agire senza indugi ma con cautela, al fine di avere successo), lepri (da Lebrino, leporinus, luogo di lepri tutt’oggi presenti nel territorio).

Siamo certi che anche la Porta delle Farfalle, come la sorella di qualche lustro fa – grazie alla coscienza comune di rispetto per il proprio territorio che Presti da tempo risveglia e pratica nel quartiere – resteranno incolumi e verranno consegnate alle generazioni future come un nobile e prezioso simbolo di legalità, cultura, pace e devozione verso il bello.

Non un dono quello di Presti alla sua città, IL dono.

Tiziana Blanco

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