La felicità di un bambino è quella di non essere un soldato. Domani a Palermo, con Mete Onlus e CISS
Mete Onlus, CISS – Cooperazione Internazionale Sud Sud, We Yone Child Foundation – Sierra Leone, con il Patrocinio della Lega Pro e dell’Unar, in occasione della Giornata Internazionale contro l’uso dei Bambini Soldato (Optional Protocol on Children in Armed Conflict – OPAC), presentano l’iniziativa “La Felicità di un Bambino è quella di non essere un Soldato”.
L’appuntamento è per sabato 12 febbraio alla Casa della Cooperazione (Palermo), alle ore 18.00.
Il Programma. Alle ore 18.00: Conferenza di presentazione della Campagna di Sensibilizzazione Sociale: “Sono Bambino, Non un Soldato” attraverso il video racconto girato al Teatro Massimo di Palermo. Protagonisti bambini e bambine appartenenti a diverse etnie, che in maniera spontanea hanno restituito riflessioni e pensieri sulla guerra ed il coinvolgimento dell’infanzia e dell’adolescenza.
La ballerina protagonista del video è Giada Scimemi (Corpo di Ballo, Teatro Massimo di Palermo), coreografie di Gaetano La Mantia (Corpo di Ballo, Teatro Massimo di Palermo), Costumi di Lucrezia De Rosa, Sceneggiatura di Giorgia Butera, Riprese e Montaggio a cura di Alfredo Di Forti, Regia di Angelo Butera.
Il messaggio che le Organizzazioni desiderano diffondere è “Stop Bambini Soldato. Stop Produzione e Commercializzazione Armi-Giocattolo, rappresentano il buco nero dell’Universo”.
Intervengono in conference: Sergio Cipolla (Presidente CISS ONG), Francesco Ghirelli (Presidente Lega Pro), Francesco Campagna (Console Onorario Ghana per Sicilia e Calabria), Rosa Iudici (Amministratore Unico Di Marca Service), Santigie Bayo Dumbuya (Presidente We Yone Child Foundation) in collegamento dalla Sierra Leone. Santigie Bayo Dumbuya testimonierà quanto il dramma dei bambini soldato in Sierra Leone sia un capitolo drammatico della storia di questo paese e dell’Africa Occidentale. Durante la guerra civile, dal 1991 al 2002, il coinvolgimento forzato dei minori tra le milizie e l’esercito governativo è stato massiccio. Tra le fila dei gruppi ribelli, la metà dei soldati era composta da bambini, bambine e adolescenti: si stima che complessivamente 10.000 minori siano stati costretti a combattere durante il conflitto. Oggi il paese ha voltato pagina grazie al coraggio di persone come Santigie Bayo Dumbuya, fondatore dell’associazione We Yone Child Foundation (WYCF). Santigie aveva poco più di 12 anni quando è stato portato via dal villaggio contro la sua volontà e costretto dai ribelli a combattere fino al 1999, anno in cui ha deposto le armi dopo aver visto una bambina di 5 anni rimasta abbandonata in un villaggio caduto sotto attacco. È lì che ha deciso di fuggire dall’esercito per metterla in salvo, camminando per due giorni e due notti senza acqua e senza cibo in cerca di un rifugio sicuro. A distanza di vent’anni, Santigie continua ad aiutare i minori più fragili e affronta le nuove sfide che sta vivendo il paese, uno tra i più poveri del continente africano e a livello globale.
Modera Giorgia Butera, Presidente Mete Onlus.
L’incontro si conclude con un’azione promossa proprio dai bambini e dalle bambine che simbolicamente deporranno un’arma giocattolo. La raccolta delle armi-giocattolo è stata attivata da circa 1 mese, ai bambini ne chiediamo la restituzione spiegando quanto simbolicamente sia un oggetto da non possedere.