Una delle cose che mi è capito di osservare, parlo nell’ambito del femminismo, è che molte persone ci tengono proprio a far sapere che non lo sono.
Spesso, molte donne. “No io non sono femminista”, viene sottolineato, come se fosse una dichiarazione al contrario e si prendessero le distanze dalle femministe viste come persone aggressive, odiatrici di uomini, e di chi non la pensa come loro in genere, poco curate o individualiste (invece si può essere femministe sia madri, che non madri, moglie o no, come volete, chiaramente).
Spesso, infatti, molti uomini non sanno neppure di essere femministi. Eppure, nel modo rispettoso, pari, con cui si relazionano al mondo, non trovino meno intelligenti, competenti e capaci le donne, seppur differenti, lo sono, eccome.
In genere, moltissime persone, non sanno di cosa parliamo quando “parliamo di femminismo”.
Le donne credo che disconoscano il femminismo, intanto, perché non lo considerino sexy, come dice la scrittrice Isabel Allende, durante una intervista (forse l’ho già detto), perché credono che sia impossibile vivere questa filosofia all’interno di famiglie tradizionali o che questa scelta presupponga una rinuncia e non sia, in realtà, un modo di approcciare alla vita in modo paritario ma differente, che si può accordare a potenzialità e fragilità di ognuno.
Cosa è dunque il femminismo, e cos’è il maschilismo (secondo me)?
Il femminismo è un movimento. Una rivoluzione culturale. Sono le donne (e gli uomini) che vogliono pari diritti fra i generi sessuali, pur desiderando e mettendo in chiaro, la differenza intrinseca, la liberta individuale di espressione, con gli uomini, si battono per avere rispetto, pari dignità e trattamento economico sul lavoro e nei campi dell’agire pubblico. Ma femminismo è una filosofia, un modo per ripensare il tempo, il modo di trascorrerlo e viverlo, di approcciare la politica, i problemi, di stare al mondo.
Un approccio femminista tiene conto di movimenti del cuore, sentimentali e ormonali. Delle esigenze di una donna, dalle mestruazioni, allo spazio per crescere, allattare, desiderare i figli, a quello per invecchiare, decidere del suo status sociale, del suo corpo. È una spiegazione succinta e personale.
Il femminismo è naturale. Se ci riflettete è profondamente istintivo chiedere un riposizionamento. Domandarsi, perché? Perché gli uomini hanno protratto questa ingiustizia per tutti questi secoli? E l’hanno fatto con violenza, mettendo a tacere ogni insubordinazione, emarginando, togliendo la libertà, convincendoci, sì, attraverso un’ampia opera condivisa di persuasione, che valiamo di meno.
Cos’è il maschilismo? È tutto il resto, nel senso che, io ho avuto amiche e parenti maschilisti, e, ohibò, ho avuto parti di me, maschiliste. Il mondo è pensato e progettato dai maschi scardinarlo comporta una profonda analisi. Durante un incontro pubblico adesso, nel 2021, una giovane ha presentato un progetto, in cui aveva previsto bagni e aree cambio pannolini, sia nella toilette degli uomini che delle donne. Di solito, si fa solo dalle donne, pare siano le mamme le deputate al cambio. Quando dico “dovresti farlo, sei un uomo”, compreso compiere il primo passo in amore, io vengo a patti con la mia parte maschilista.
Quando ascolto una donna perché ha problemi a raggiungere un posto da sola, a partire per un viaggio, a fare cose da sola, tipo andare al cinema o a cena, quando sono poco empatica, quando nel dialogo penso: “esagerata, ma che cosa vuoi che succeda?”, io sono maschilista.
Quando un uomo mi dice “ti aiuto (io sono un maschio e devo)”, e io lo accetto, sono un pochino, maschilista. Rincaro la dose, rinforzo il pensiero e l’autoconvincimento.
Ne parlo a titolo personale spero di essere stata chiara. Affettuosamente.
Daniela Gambino: palermitana doc, ha scritto una dozzina di libri, fra cui il saggio Media: la versione delle donne. Indagine sul giornalismo al femminile in Italia, uscito per Effequ; per caso è diventata una attivista etero per i diritti LGBT (per caso, perché i diritti umani sono degli umani e basta) con il saggio 10 gay che salvano l’Italia oggi, ha scritto il romanzo La perdonanza (entrambi i volumi pubblicati dalla casa editrice Laurana). Gestisce su facebook il blog @Comunicarepop. È in libreria con Conto i giorni felici, edito da Graphe.it, e sta lavorando al saggio Devastazioni, il femminismo a casa mia.