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Salute mentale: “In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito” è il nuovo libro di Barbara Giangravè

Da Palermo, sua città di nascita, a Palazzolo Acreide, suo paese d’origine. La giornalista e scrittrice Barbara Giangravè ha lasciato il capoluogo siciliano per trasferirsi in uno dei “Borghi più Belli d’Italia”, in provincia di Siracusa. Ed è lì che, lo scorso ottobre, ha presentato per la prima volta il suo secondo libro: “In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito”.

Dopo avere esordito con “Inerti” (vincitore del Premio Letterario Nazionale “Augusta” – patrocinato da Comune di Torino, Regione Piemonte, Salone Internazionale del Libro, Istituto Treccani – finalista al Premio Letterario Nazionale “Piersanti Mattarella”), l’opera seconda della Giangravè si è già aggiudicata il secondo posto al Premio Letterario Giornalistico “Nadia Toffa” ed è attualmente in gara al Premio Letterario Nazionale “Tre colori”.

Se l’argomento del suo romanzo d’esordio era un presunto traffico di rifiuti tossici in Sicilia, quello del suo secondo lavoro è la salute mentale. Due argomenti apparentemente molto distanti tra loro, ma frutto della stessa “penna”, che parte sempre dal reale per descrivere meglio il mondo in cui viviamo e offrire ai lettori una fotografia della nostra società che sia il più nitida possibile.

Come la stessa autrice ha precisato in una nota, a margine del libro, <<Questo “romanzo” (se così si può definire) nasce da un disturbo psicologico non meglio indicato, se non con il termine onnicomprensivo di depressione. (…) Negli anni, mi sono resa conto di quanto sia demonizzata la salute mentale…>>.

Ed è proprio per questo motivo che la Giangravè ha deciso di rendere pubblica la sua vicenda personale e di tenere una sorta di diario, scritto all’interno di una clinica psichiatrica durante il mese di degenza che vi ha trascorso.

A scommettere su di lei e sul suo nuovo progetto, ancora una volta proteso verso una dimensione sociale, è stata la Fides Edizioni stavolta: casa editrice del Gruppo Editoriale Les Flaneurs.

Dopo la chiusura dei manicomi in Italia, sancita nel 1978 dalla “Legge Basaglia”, l’autrice ha messo nero su bianco, senza fare sconti né a sé né agli altri, la situazione di quelli che lei definisce i “nuovi manicomi”.

Raggiunta telefonicamente dalla nostra rivista culturale, la Giangravè ha dichiarato: “Lo scorso ottobre, l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato un ddl per istituire la figura dello psicologo di base. Alla stessa stregua del medico di base, insomma. Tutto questo per garantire a ogni cittadino di ricorrere a delle cure che, finora, sono state assolutamente elitarie. Solo chi ha potuto permetterselo, si è avvalso dell’aiuto

dei terapeuti. Dal mio punto di vista, si tratta di un primo passo nella battaglia di civiltà che deve essere condotta a livello nazionale”.

Non c’è alcun“piangersi addosso” nella prosa secca e onesta della scrittrice, ma una riflessione e una denuncia sullo stato dell’arte riguardante un argomento tanto delicato quanto non trattato come quello della salute mentale in Italia.

La lettura di “In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito” è fortemente consigliata a tutti. Non ci sono controindicazioni. Anzi…

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