Tre artisti siciliani in finale alle Targhe Tenco: Lautari, Francesca Incudine e Fratelli Mancuso
I Lautari, con l’album “Fora Tempu”, Francesca Incudine con il brano Zinda, e i Fratelli Mancuso con il disco “Manzamà” sono i tre artisti siciliani finalisti nelle cinquine delle Targhe Tenco – il maggiore riconoscimento italiano riservato alla canzone d’autore – nelle sezioni “Miglior album in dialetto” per Lautari e Mancuso, nonché Miglior Canzone Singola per la cantautrice ennese. A stabilirlo è stata una giuria di oltre 300 giornalisti che ora voteranno nuovamente, fino al 5 luglio, per decretare i vincitori assoluti delle varie categorie.
“Fora tempo” (Italysona) dei Lautari, è l’ottavo album di questa band catanese di culto, è un invito a prendersi i propri tempi in un’era in cui tutto si misura con l’efficienza e il guadagno. “Ci piace pensare a quel che facciamo – dicono i membri del gruppo – come a un lavoro artigianale che sta scomparendo, come, per esempio, quello dei liutai di una volta (a Catania c’era una grande tradizione di liuteria) che per costruire una chitarra o un mandolino impiegavano anni, ma che alla fine potevano davvero garantire che il lavoro era fatto bene”. E per sottolineare la natura genuina della loro opera, alla fine del booklet scrivono: “In questo disco non sono stati usati strumenti finti o di natura elettronica. Tutti gli strumenti sono stati maltrattati tanto da farli suonare a dovere”. Formazione longeva e apprezzata da pubblico e critica, molto attiva sia in Italia che all’estero, i Lautari (Puccio Castrogiovanni, Gionni Allegra, Marco Corbino, Salvatore Assenza e Salvo Farruggio) da 35 anni si muovono nel solco della tradizione popolare e del suo rinnovamento, con un progetto che prevede non solo la ricerca e la rielaborazione di canti siciliani ma anche la composizione di brani inediti nel rispetto dei motivi e delle forme tradizionali. Per anni al fianco di Carmen Consoli, il gruppo può vantare anche collaborazioni con artisti del calibro di Goran Bregovic e, in campo teatrale, Gabriele Lavia, Franco Zeffirelli, Giorgio Albertazzi e Peppe Barra. L’album “siculo” contiene 11 brani, con testi firmati per la maggior parte da Gionni Allegra e Puccio Castrogiovanni e musiche composte dall’intera band, con due eccezioni: “Peddi Nova” che vede la firma di Cesare Basile e “Volare”, brano di chiusura con il testo di Nino Bellia.
IL VIDEO DI FORA TEMPU : https://www.youtube.com/watch?v=nRMzjvUR1UE
“Zinda” è invece l’ultimo singolo di Francesca Incudine, cantautrice e percussionista ennese, già vincitrice di una Targa Tenco per il miglior album in dialetto con “Tarakè”. Zinda, in italiano viva, è un brano dedicato a Sabeen Mahmud, attivista per i diritti umani pakistana, uccisa a Karachi con quattro colpi di pistola il 24 aprile del 2015. Francesca Incudine ha “incontrato” la sua storia a Karachi nel 2018, dove era stata invitata dalla console italiana per tenere un concerto con l’orchestra del Conservatorio. “Sabeen – racconta la cantautrice – si batteva per la difesa dei diritti umani, non si arrendeva, sorrideva; aveva 40 anni e portava i capelli corti, non era sposata, amava guidare la sua moto, la musica, la poesia e il cricket, era una donna libera”. Per questo ‘Zinda’ vuole essere un omaggio alla libertà di pensiero, ed in particolare alle libertà delle donne. Il brano, cantato in italiano e in urdu, vede la partecipazione della giovanissima cantante pakistana Simal Nafees e, al sitar, del maestro Nafees Ahmad, direttore dell’orchestra Napa del conservatorio di Karachi. Testo e musica della Incudine con arrangiamenti di Raffaele Pullara e Manfredi Tumminello.
IL VIDEO DI ZINDA: https://www.youtube.com/watch?v=oT9OYxbT96o
Compositori e polistrumentisti animati da una vena poetica e musicale di assoluta originalità, i nisseni Fratelli Mancuso cantano storie intessute di idiomi e suoni antichi che, nei vortici di una continua affabulazione, ritornano incessantemente alla loro terra natìa, la Sicilia, dove grazie alla loro arte sembrano fondersi mondi in apparenza inconciliabili. Eredi privilegiati di una tradizione che hanno trasfigurato nel prisma dei loro innumerevoli strumenti e alfieri di un canto intimo ed essenziale, Enzo e Lorenzo Mancuso ritornano a tessere filati di straordinaria fattura, in mirabile equilibrio tra il filo della memoria personale e il respiro solenne della storia. Immersi in una dimensione quasi onirica, intimi e a volte anche sofferti quadri di vita quotidiana si aprono così, con squarci di grande impatto, sulle tragedie che dilaniano il nostro presente. Ad oltre dieci anni dall’ultimo album di inediti, “Manzamà” (Squilibri Editore) si configura come il culmine di una creatività fuori dal comune e si avvale del prezioso apporto di altri artisti e compositori, tra i quali il compianto Franco Battiato e Aldo Giordano (che hanno curato gli arrangiamenti), Marco Betta, German Diaz, Ferruccio Spinetti e Giovanni Sollima, e si realizza in collaborazione con 802 Records. Nel ricco libretto, i dipinti originali di Beppe Stasi a commento di canti che trasudano di esperienze vissute in prima persona, nel corso di una carriera decisamente fuori dal comune. “Abbiamo conosciuto la Sicilia dei mestieri, dei contadini, degli emigranti. Abbiamo fatto in tempo ad ascoltare dalla voce delle donne e degli uomini i canti nelle chiese, nelle strade, nelle botteghe artigiane, nelle mulattiere, tra i campi. Nel lasciare la Sicilia, insieme al nostro bagaglio, abbiamo portato con noi la reminiscenza sonora di quel mondo che è diventata col tempo il lievito e il sale della nostra immaginazione musicale. Quel bagaglio, con gli anni, si è arricchito dei rumori delle città, delle fabbriche, delle voci del mondo, dei poeti e dei musicisti che abbiamo conosciuto, portatori tutti e testimoni di uno stupore del mondo che ha reso fecondo il nostro sguardo e la nostra espressione”, affermano Enzo e Lorenzo.
IL VIDEO DE IL SUONO DI UN’ISOLA: https://www.youtube.com/watch?v=fSIED4KktQw

