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Trapani, il designer Elio Ferraro apre una temporary gallery per la sua collezione di pezzi vintage, tra moda e arredi

Una vera wunderkammer ma al posto della quadreria di famiglia, ecco classiche ballerine esistenzialiste Chanel, iconici foulard Hermès, décolleté Yves Saint Laurent; e ancora, borse, borsette, clutch e pochette, gonne a rondeau e mise di brand storici da Valentino a Balenciaga o Cardin, fino ai designer d’avanguardia, Comme des Garçons, o Margiela. Alla base di tutto c’è soltanto un unico e semplice uomo, un infaticabile collezionista seriale di cose belle: Elio Ferraro, trapanese di nascita e giramondo per vocazione, con un trascorso da fashion designer per le più importanti case di moda internazionali, da Salvatore Ferragamo Emilio Pucci, passando per Issey Miyake. Ma torniamo alla collezione di Ferraro: non mancano tessuti su tessuti che traboccano dagli scaffali: preziosi jacquard indiani, sete giapponesi o semplicemente lini irlandesi, in assoluto, i migliori al mondo. Il tutto (e molto altro) calato in un ambiente stylish che ricorda un antro delle meraviglie, una sorta di caverna di Alì Babà, per chi è alla ricerca del pezzo unico, oltre che per esigenti fashion-addicted e collezionisti; che si concentreranno nell’esclusiva stanza dedicata all’ Haute-Couture, fra i bauli-guardaroba  Louis Vuitton o Roberta di Camerino che starebbero bene in una carrozza dell’Orient Express; si trovano a loro agio anche tra le esclusive creazioni dello stesso Elio Ferraro, pezzi rigorosamente unici raccolti nei suoi temi di ispirazione Medio-Orientale, un altro Bohémian-Gypsy, un terzo Afro-Couture, abiti che recuperano tessuti originali e che vengono ulteriormente impreziositi da ricami rigorosamente manuali di perline, paillettes o swarovski. Elio Ferraro aveva deciso di ritornare in Sicilia dopo oltre tre decenni passati tra Estremo Oriente, la vecchia Europa e poi ancora il Medio Oriente, aprendo un atelier nella centralissima piazza Politeama a Palermo. Ma la pandemia ha deciso diversamente e lo ha spinto nel suo buen retiro di famiglia; ma non sa stare rinchiuso con le mani in mano, e quindi ha deciso di fare un regalo alla sua città. Il 9 marzo scorso, ad un anno esatto dal primo lockdown assoluto, ha aperto a Trapani un nuovo spazio, ove ha concentrato la sua creatività e racchiuso la sua impressionante collezione di moda ed arredi vintage.“Un atto di coraggio – spiega con quel suo ineffabile sorriso – ma anche una reazione alla forzata chiusura generale verso ciò che viene ingiustamente considerato “superfluo”, partendo dalla cultura per finire alla pura ricerca estetica del nostro essere e dell’ambiente che ci circonda”. Padrone di un concetto di “lifestyle” incentrato sul recupero di capi di abbigliamento ed accessori d’autore, li ha sistemati in una cornice di squisiti arredi che coprono mezzo secolo di design italiano, dagli anni ’30 agli anni ’80: ecco quindi i salotti laccati di Poltronova, le scaffalature originali anni ’50 di Osvaldo Borsani per Tecno, un paravento e vari oggetti in ceramica (rigorosamente fuori-produzione) di Fornasetti, varie piantane anni ’70, così come l’angolo bar con l’immancabile “Ericino“, i liquori della gloriosa produzione Florio, il RossoAntico o la Vecchia Romagna, che si affacciano scontrosi dagli scaffali; e i bicchierini da rosolio della nonna in cristallo di Boemia, i piattini da dessert da raffinati set in porcellana di Limoges, dignitosamente esposti dalle consolle. Ecco le iconiche figurine Art Decò di Erté racchiuse in autentiche cornici anni ’50, le vecchie stampe con scene di caccia sparse sulle pareti, mentre diventano protagonisti i manichini con le creazioni dello stilista trapanese: brandelli raccolti nei suoi giri per il mondo, pezzi delle sue tante anime, diventati esclusivi abiti, mantelle, caban e per gli amanti del genere, una straordinaria “capsule-collection” di preziosi caftani, intrisi di eleganza ed artigianalità. “Un ambiente che idealmente risponde alla consapevolezza finalmente acquisita sulla necessaria sostenibilità verso un pianeta abusato dallo sconsiderato eccesso di produzione”.Una vera”Vintage Gallery”, oltre 200 metri quadrati di esposizione che permettono un adeguato distanziamento sociale attualmente richiesto: un luogo di incontro “al sicuro” anche soltanto come meta per gustare un semplice caffè, un thè o un aperitivo immersi nel Bello.

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