Ecco il progetto fotografico, nel racconto della sua stessa autrice:
“Questo progetto nasce in una sera di fine estate, alla ricerca di positività, alla ricerca di una grande forza dentro di me. In uno di quei periodi di sconforto che attraversano la vita di tutti e in cui tutto appare difficile, perché difficile lo è veramente. Il coraggio di una mia amica, incontri quasi casuali, con chi viveva una situazione difficilissima, mi hanno aiutato a capire che la forza risiede in ognuno di noi e che sta a noi trovarla. Riuscirci è un lungo percorso e spesso non è una guarigione assoluta ma sicuramente è un atto d’amore verso se stessi, verso chi ami, verso la vita. E allora iniziai a scrivere, a delineare il progetto e a cercare di trovare le figure che meglio potessero rappresentare le mie donne. Sono una donna e parlare di loro mi risulta più facile. Fu allora che mi resi conto che non avrei dovuto impegnarmi e le donne che potevano dare vita a tutto erano vicino a me. Sono vicino a tutti noi. In qualsiasi parte del mondo. La forza delle donne è cosa comune, più semplice di quello che si pensi. Mettere al mondo un figlio è naturale ma penso sia la più grande espressione di forza, di coraggio, di amore, che accomuna le donne da sempre. Forse è proprio per questo che amo parlare di donne. Accantonai l’idea per oltre due mesi, perché il silenzio è un modo per ricercare se stessi ed io non riuscivo a venirne fuori. Poi un giorno ho iniziato a chiamare e a proporre l’iniziativa. Con timore, con la doverosa consapevolezza di chi sa di chiedere qualcosa di importante, intimo, privato. La sorpresa è stata tanta, lo è ogni volta. Tutte queste persone che si mettono in moto, che mi aiutano e mi sostengono. Sono tutti loro la mia forza. Ognuna ha accettato senza remore, si è spogliata davanti il mio obiettivo e mi ha dato fiducia . Grande responsabilità e un grande atto di amore verso me stessa ma soprattutto verso le loro storie. Adesso loro sapranno. Sapranno del mio grazie commosso che spesso ho trattenuto mentre le budella mi si contorcevano conoscendo le loro storie, la loro forza di volontà, il loro coraggio, la determinazione. Questo “nostro” lavoro è dedicato a tutte le donne che stanno attraversando un brutto periodo. Leggete le loro storie. Questo lavoro è dedicato a tutte quelle donne coraggiose che riscaldano il cuore di chi è loro accanto. Questo lavoro è dedicato a tutti quelli, uomini e donne, che sanno amare pur con mille difficoltà. Questo lavoro è dedicato anche a me. E a loro: Valentina, Agnese, Salvatore. Ogni dialetto ha delle espressioni particolari che sottolineano il carattere della gente che abita quel territorio. Io vivo in Sicilia. La carnalità della mia gente è nota, si tocca con mano, la respiri, la assapori con il cibo e per noi è vita. Noi utilizziamo espressioni, rivolte ai nostri cari, che spesso destabilizzano chi le ascolta e non è indigeno del luogo. ” – Sangu meu – Ciatu meu – Sangu di l’occhi mei” sono un piccolo esempio. Dare un titolo a questo progetto è stato difficile. Un caro amico mi è stato di aiuto. Alla fine ho deciso per #vitamia. La resilienza che si veste di sicilianità. Ogni figura di questo progetto rappresenta questa espressione verbale nella sua unicità ma, nello stesso tempo, questa espressione verbale accomuna noi tutti. Il nostro vivere quotidiano, tra gioia e dolore’.
Anna Franca Lombardo Blunda




